E’ cominciato il conto alle rovescia. A casa mia almeno sì. Nonostante abiti in Riviera e il mare sia sempre dietro l’angolo, l’inizio della stagione del mare è un count down, somigliante un po’ a un’agonia: prima fa caldo e subito fai il cambio armadio, in fondo ci sono 21 gradi; poi vai in spiaggia in maglietta, metti i piedi a mollo ma l’acqua è gelata; il giorno dopo ti ammali ma fuori ci sono trenta gradi; allora che fai? Mando o non mandi il piccolo in spiaggia? Canottiera o no? Cappellino o senza? Accidenti, per il prossimo fine settimana ha messo pioggia; così rimetti maglia e jeans e aspetti che giugno arrivi per davvero. Per davvero, stavolta. La stagione, dunque, è così iniziata. Nel supplizio quotidiano di mettersi la crema prima e dopo il sole, di doversi fare almeno due docce al giorno (straziante), di doversi ritrovare granelli di sabbia all’infinito anche nel frigo. La stagione inizia così, tra l’ultimo malanno del piccolo preso all’asilo (dove i batteri non muoiono MAI) e il tuo raffreddore, preso con il primo piede messo a bagno. I costumi, anche se gli hai comprati lo scorso anno, sono già slabbrati: sarà la salsedine, il detersivo, il tessuto cinese, Bo’, che dirvi? I miei, dopo un ciclo, sono già da buttare al macero. Poco male. Con il tempo ho scelto di prendere sempre meno sole. Infatti, nonostante io viva dentro il mare, resto praticamente bianca. E vai di “Cosa? Sei così bianca in Riviera?”.

 

Ma questa è solo una scelta mia e non della famiglia: il cinquenne, infatti, tende a diventare carboncino. Dunque, metti crema protezione cinquanta, poi cento, poi maglietta, poi ombra e poi tutti a casa che la mamma si è già presa un’insolazione. Fai da mangiare (per fortuna ti sei mossa alle sei per un’insalata niente male) e poi tutti a nanna. Eh??? Cosa? Ecco, credo che la fascia estiva dalle 14 alle 16 sia da abolire, perché mentre tutti si fanno una pennichella, la mamma combatte con due demoni: il sonno e suo figlio che non dorme, anzi, si ricarica all’ennesima potenza. E la chiamano estate….

 

Ecco perché con una certa invidia, un giorno, in passeggiata a Riccione, mi sono fermata a guardare i clienti del Club Family Hotel Riccione, uno di quegli alberghi all inclusive (qui in Riviera piuttosto famosi) dove una mamma, soprattutto di un bimbo piccolo, si regala una vera vacanza: assistenza pediatrica h24, tata referenziata no stop, animazione e tutti i tipi di giochi possibili, pranzi e cene (merende incluse) già pronte all’uso. Insomma, un piccolo paradiso di speranza a chi, all’improvviso, gli è piombata addosso l’estate e non sa più da che parte prendersi.

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