Sono passati sette anni dall’ultima gravidanza e anche questo viaggio, seppur già affrontato mi sembra un altro immenso salto nel buio in cui l’atterraggio è pieno di dubbi e imprevisti.

 

L’idea di confrontarmi con un altro essere umano mi emoziona e allo stesso tempo mi mette spalle al muro. Per la seconda volta, per tutta la vita sarò sotto giudizio dei miei figli. Perché è un po’ questo che sono i figli: giudici quotidiani del nostro vero essere, quello che a volte nascondiamo anche a noi stessi. Ci guardano, ci studiano, intuiscono e conoscono fino in fondo dove possiamo spingerci. Questi i pensieri che si intervallano nella mia testa tra una tutina e le mussole che porteranno il mio odore, perché forse alla fine, della madre, di tutto quel suo parlare, dare esempio, educare ecc…. rimane l’odore. Quella “medeleine” depositata nel cuore di ogni figlio. E’ lì, c’è, oltre ogni cosa e oltre il tempo che passa. È l’odore di quel primo abbraccio, delle notti insonni abbarbicati sul divano, del sudore tra la spalla e il suo viso, del latte che si stampa sulle magliette e sulle sue tutine. Quell’odore è un marchio di fabbrica unico e raro. Ogni figlio sa dove ritrovarlo.
In collaborazione con Emma + Noah

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