Mamma M. ha paura ma non lo lascia a vedere. Odia farsi vedere spaventata, senza punti di riferimento e soprattutto senza risposte. Ha disfatto le ultime valigie e fa finta che sia ancora piena estate tra file alle docce e caffè del suo chirinquito. E nella sua testa lo è: giornate al mare, niente compiti, niente kit scolastici (che Dio ce ne liberi) nessun grembiulino o accessorio nuovo d’ acquistare. Lei di tornare a scuola non è vuole proprio sapere. Forse mente a se stessa e le va bene così. Questo settembre ha il sapore amaro, di qualcosa che le è stato sottratto e così meglio ballarci su. La storia della ricarica delle pile, dell’ anno lavorativo che ricomincia, dei tanti progetti nuovi, delle nuove energie che si fanno largo non le piace. Vuole il suo tempo, ormai dilatato e liquido dopo il lockdown; vuole spazio per correre la mattina; vuole fare poche cose scelte con cura; vuole scalare le marce senza sentirsi in colpa. È settembre e sarà il settembre più instabile e tenebroso dopo una delle estati più belle con i suoi figli.

Quest’estate, tra mare e montagna con la colonna sonora della scorsa stagione, è stata impagabile e niente e nessuno, nemmeno il Covid, porterà via a Mamma M. il suo tesoretto. Gira in città come fosse in spiaggia, cucina solo cose fredde, stipa ghiaccioli nel freezer, addestra bimbi selvaggi tra nudità e acqua salata e lascia sempre le finestre aperte perché le piace guardare fuori a qualsiasi ora immaginandosi in riva al mare con una birretta.

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