bici-finlandia

Questa è un po’ la mia storia non vissuta. Quella che se rinascessi una seconda volta, vorrei essere finlandese (un po’ tozza ma con i capelli biondi), magari abitante in qualche cottage sul lago, zero auto, tanti zoccoli da scegliere (la mia passione) e con una vita direi in pieno stile nordico. Non potrei rinunciare a Ikea e H&M ma in compenso avrei imparato molto di più a convivere con il freddo a polare, a bere più alcol (astemia all’ennesima potenza), a uscire sempre e comunque anche quando fuori c’è la tormenta, a rispettare le file, a uscire in pantofole solamente perché è più comodo, ad andare in bici con il ghiaccio senza mai sentirsi in ansia, a camminare in casa solo con i calzini, a cucinare poco e male… tanto chi se ne frega… tutti in giardino a fare il salmone affumicato. La verità è che ho trascorso ben sei mesi in Finlandia, accorgendomi fin da subito che questo viaggio mi avrebbe cambiata. Sì, sarei tornata diversa. Di sicuro con un paio di zoccoli in valigia… e con l’idea che si può essere molto più urbani vivendo a stretto contatto con la natura, pedalando e lasciando per sempre la macchina a casa. Che forse al Nord non c’è solo il freddo e l’aurora boreale (basterebbe quella), che non ci sono solo laghi e piste ciclabili. A guardare bene c’è un’accoglienza fantastica, un senso di appartenenza per capire bene in che terra grandiosa si sia capitati.

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