imageSiamo tornati alla base. Abbronzati, mangiati come buoi ( lo diceva mia nonna) e pronti per rimetterci in sella. Sì perché muoversi a Cagliari in bici è come mettere un topo sull’autostrada. Quanto dura? Ecco, qui i ciclisti sono degli esseri sconosciuti ai molti con i quali nessuno sa come relazionarsi: che faccio? Lo sorpasso? Lo attraverso? Lo asfalto? Non è dato sapere. Visto che la maggior parte della città è impraticabile, per quei pochi matti che vogliono prendere la bici esistono le piste ciclabili della domenica mattina, quelle che a me fanno venire l’orticaria. Sempre dritte, sempre ben asfaltate, stesso panorama per chilometri (mare e cielo). Che va bene per i primi 5 chilometri, ma poi basta. Lo so, non si può pretendere, però almeno regalateci una curva, un sottopasso, un buco nell’asfalto, un dosso. Niente. Non solo. La cosa buffa è che sono deserte. O meglio: ci sei tu e la tua bici. E siete già in due. O peggio, ci sono quelli che con la bici hanno un rapporto agonistico morboso. Già li vedi abbigliati con la tutina, caschetto, scarpina esclusivamente da ciclista e guantini e dovresti abbandonare la pista solo per questo. E lo fai. Ma non stupitevi se il resto della popolazione, circa il 99,9%, ti guarderà storto se hai osato abbandonare la pista ciclabile e uscire dall’oblio del rettilineo. Ti additeranno, tiguarderanno con aria timorosa ma soprattutto cercheranno ( senza volerlo davvero ) di uccidervi in strada. Non è colpa loro, è che proprio non sono abituati. Quindi, un consiglio: rimanete sul rettilineo. Fermatevi ai baretti sulla spiaggia, caricare il vostro cellulare di musica, o meglio ancora, portatevi un amico. Un amico? Ma forse non ha nemmeno la bicicletta.

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