Ieri pomeriggio, dopo aver superato la prova del termometro, abbiamo deciso di metterci all’opera con i biscottini di Natale. Potevo mai saltare questo appuntamento con il mio pupetto chef? L’idea dei biscotti fatti con le formine natalizie si è trasformata in una cucina bombardata da farina e tanto divertimento. Perché l’obiettivo è sempre uno. Farsi delle gran risate, trasformare la quotidianità – a volte stretta, noiosa, ripetitiva, rassicurante per alcuni versi – in qualcosa di eccezionale, specie se c’è un pupetto di mezzo. Da quando sto a casa, ormai due anni e mezzo, mi sono accorta che non potevo far scelta migliore di rimanere vicino al mio piccolo. Senza intermediari, senza lavori di mezzo. Perché forse rimarrò disoccupata, forse non sarò in carriera come le mie amiche, forse avrò una vita meno avvincente, ma so di aver fatto quello che andava fatto, di essere rimasta dove sarei voluta rimanere. La bellezza della quotidianità con un figlio non ha prezzo. Non si può spiegare, non si può imporre a un’altra mamma. Semplicemente si sente di dover vivere. Perché l’unico vero grande regalo che possiamo fare ai figli è il nostro tempo.

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