Oggi ce l’ho con il mondo. Con tutto il mondo. Oggi duro risveglio. Aria pesante, dentro e fuori. Basterebbe non pensarci, eppure sono qui piegata sulla sedia, rimuginando, macerando le brutte parole, quelle dette e quelle ricevute. Qualcosa che assomiglia a un malessere fisico ma non lo è: più oscuro, più malsano. Così se non posso uscire a sgambare in bici per riprendere ossigeno, scrivo. Anzi. Bugia. Scrivo due minuti di fila, poi inesorabilmente interrotta dal treenne. Non contando, per questo, i milioni di orrori di battitura. Per oggi sorvoliamo.

La verità è che in giornate in cui piove, in cui l’esterno diventa un miraggio, divento una bestia in gabbia. Murata viva tra la cucina, il soggiorno e il letto, guardo fuori. Smette? Non smette? Marito torna presto? Stasera che cucino? Forse dopo si può uscire. Assetata di aria fresca come un vampiro, penso, penso e ripenso. Riti, rituali, routine. Un circolo vizioso che rassicura e mette ansia, mentre fuori continua a piovere.

Perché alzi la mano quella mamma che non ha giorni così. In cui il tempo fluisce, senza troppo intoppi, senza troppe emozioni e alla fine sei stanca, spossata e po’ incaz…. .

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