La mia vita l’ho sempre vista come in una cartolina di quelle dei centro storici, abbarbicata tra vecchie mura e un rudere ristrutturato, tra gerani rossi e peonie pronte a fiorire, immersa dal suono delle campane, pronta a uscire senz’auto in qualsiasi momento. E per certi versi è andata proprio così. Il mio amore per il cuore di un paese o di una città, mi ha portato a lasciare la macchina scegliendo la bici. A guardare il mondo da un vicolo che a me sembra il l’ombelico di tutto. A scendere appena ne ho voglia e guardarmi la piazza più vecchia della città. E non è poco.

Sono una romanticona, una che si ferma a guardare un balcone cadente ricco di fiori o una porticina di quelle che non si usano più. Alla ricerca perpetua di ciò che ha storia, o meglio, un passato a cui agganciare il mio. La guida Borghi da Vivere del Touring Club Italiano, nata per promuovere e far conoscere le nostre Bandiere Arancioni (227), è stata l’occasione giusta per continuare sulla mia idea di bello “in piccolo per i piccoli”.

A meno che non siete nate a New York accompagnate dello sferragliare continuo della metro, in una costante corsa contro il tempo, viaggiare con dei bimbi piccoli in grandi città è sfinente. E chi vi dice il contrario mente. È una lotta contro tutte le categorie, da quelli dei trasporti ai ristoratori, senza uscirne vivi. Non è impossibile, per carità, è solo più stancante, stressante, demotivante e alla fine ci vorrà la vera vacanza.

Ecco perché con pargolo a seguito, capito il mio basso tasso di sopportabilità umana, ho scelto luoghi a misura di mamma e di “bimbo”. Non luoghi che siano un prodotto di finzione come Disneyland e un family hotel tutto mini club e animatori (Dio ce ne liberi), ma borghi e cittadine italiane affascinanti, magari sconosciuti ai tanti, e con un Bar dello Sport sempre aperto per un caffè da taggare.

Tutto è più facile: meno gente, meno traffico, nessuna coda al ristorante, più tempo per fermarsi e parlare con calma senza nessuno che ti urli nelle orecchie e più probabilità di rilassarsi.

Detto ciò, questa guida non poteva farmi più contenta. Ho ritrovato tra le bandiere arancioni la mia San Leo con la fortezza del Cagliostro e la fantastica Scapoli, in Molise, dove si tiene il festival del Zampogne. Realtà minime quanto peculiari nel loro essere sempre meno abitate ma pur sempre con una forte anima radicata nel loro passato. E non c’è nulla di più brutto di far finta che quel passato non ci sia stato. Io, nel mio vicolo, cerco di ricordarmelo.

#incollaborazione Touring Club Italiano

Lascia un commento