Ti guardano come un extra terrestre, come una santona che dice cose dell’altro mondo. Una donna che con l’arrivo del figlio si è improvvisamente rincretinita. Del tipo: “Poverina non sa quello che dice”. E questo soprattutto le altre donne. Perché gli uomini in fondo non sono così infimi. “Ma adesso lavori?” “No sto a casa con il bimbo”. “Ma non lo mandi all asilo?”. “No, fino all’età della materna lo voglio tenere io”. “Ah… beata te che stai a casa…”. E via così per decine di volte con le stesse cose. Perché a differenza di quanto si dice in giro la verità è un’altra. Chi decide di rimanere a casa con il figlio viene etichettata come una ha avuto poca voglia di conquistarsi un posto lavorativo, una che nella vita si accontenta, che non si prende cura di sé, che si sacrifica e di questi tipi guai a dirlo.

Chi sta casa ha il privilegio di stancarsi sempre e solo con il sorriso sulle labbra. Di sedersi stanca sul divano e guardare il pupo che dorme a qualsiasi ora, di raccogliere capricci e scatti di crescita, di catturare prime parole e prime bugie, di stancarsi a giocare, di organizzare la routine più bella del mondo, di attraversare giorni apparentemente tutti uguali con i suoi occhi. Non ci sono colleghi, pause pranzo, riunioni, litigate, promozioni, stipendi, premi ecc…. che si avvicinino minimamente a tutto questo. Alla stato naturale di felicità dello stare a casa con il proprio bimbo.

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Foto by Walter Chappell´s Mother and Son, 1962

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