Tancau-sardegna

Da due giorni siamo in un’altra dimensione. E neanche io so dirvi bene se già mi sia o meno adeguata a questo nuovo ritmo di vita che mi accompagnerà almeno per un mese. Perché va bene viaggiare per qualche giorno e tornare a casa ma stabilirsi altrove, nonostante, questo altrove sia una mia seconda casa, necessita sempre di tempo, energie, impegno e pazienza. Ricostruire la mia routine è per me vitale. Adoro i riti che si ripetono, i riti cadenzati del sapere cosa succederà. Se non ci fossero, un po’ come un porto sicuro, non saprei che fare, dove appigliarmi. È vero, la bellezza dell’imprevisto eccita, ma la naturalezza del quotidiano mi rasserena con il mondo. E così, qui, a Tancau beach, dove sembra che nulla debba succedere, si è trasferita una breve parte della mai vita estiva: la spiaggia diventa la mia scrivania, il mare l’unico orizzonte, la camera con il letto sfatto il mio unico riparo dall’esterno. Qui tutto è imprigionato dall’estate: sapore di sale e crema solare ovunque, pizze d’asporto e insalata dell’ultimo minuto, la lentezza di decidere cosa fare e il caffè dopo pranzo nel chiosco a due passi. Siamo già qui. E mentre disfo le valigie (mi rendo conto di aver portato troppe cose) mi accorgo che serve sempre meno. Meno di quel che ho messo. Un’altra estate, con lo stesso mood per mia fortuna, sta per cominciare.

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