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Ve l’ho detto? Sì, ve l’ho detto. Sto per partire. E ogni volta che lo faccio mi emoziono, come i bambini. Non ci posso far niente. Mi emoziono anche se parto solo per un giorno. È così. Quel misto di ansia e felicità che si sedimenta nello stomaco il giorno prima di una partenza ( di solito in vacanza) me lo porto dietro fin da bimba.

È una sensazione nitida che ricordo benissimo, quando i miei genitori mi portavano in estate in montagna preparando valigie e borse, immersi nella bolgia dell’organizzazione, ma felici anche loro di staccare la spina. Lo ricordo quando, anche solo per un giorno, si partiva alla scoperta di un posticino vicino casa, magari facendo un picnic sul prato e visitando qualche chiesa. Lo ricordo, quando per la prima volta ho preparato la valigia per una settimana, con la parrocchia, a sette anni. Che paura. E che adrenalina addosso. La notte prima non ho chiuso occhio. Lo ricordo, quando sono iniziate le gite scolastiche, quelle in cui il giorno prima si chiamavano le amiche (da telefono fisso) per capire cosa portare assolutissimamente. E poi, crescendo, ricordo quando ho mollato tutti e da sola me ne sono andata in Finlandia per sei mesi.

Nonostante questo, la polpetta allo stomaco è rimasta. Fedele. E se è vero che ho imparato a far la valigia in due secondi, il mio giro di ricognizione prima di mettere il naso fuori lo devo sempre fare, sennò mi viene l’ansia. Detto questo, domani parto. Questa volta, vicino casa, senza però esserci mai stata, il Conero. Alloggeremo al Centro vacanze De Angelis che si prospetta un posticino davvero interessante… non vediamo l’ora.

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