Mamma M. quest’anno ha lasciato a casa i pensieri e vuole godersi l’estate. Come ogni anno la famiglia fa un bagno di origini in Molise e mai come ora le sembra una terra bellissima. Fuori dalle rotte turistiche e da ogni forma di aggregazione sociale il paesello S. è ancora più attraente: mamma M. manifesta la sua felicità passeggiando per le viuzze (rigorosamente con passeggino) senza badare a una qualsiasi sua ricerca estetica, beve un caffè nel bar deserto, chiacchiera con il vecchietto con il maglioncino di lana, osserva assorta il sole dietro le montagne. Sembra che tutto abbia un posto nel mondo e anche lei in questo Molise sempre più abbandonato e decadente ma possente di bellezza, abbia fatto i conti con se stessa: con la stanchezza, con un secondo figlio, con il fatto che il tempo passa a prescindere dall’incazzarsi o meno. Ora avendo raggiunto l’età più vintage, apprezza di più certe cose come il bar vuoto, le tabelle dei gelati dell’Algida ferme agli anni ’80, il pane da ordinare per le 10, la lentezza della cassiera dell’alimentari (unico del paese) e il temporale che puntuale arriva alle 15. Anche il settenne nella sua piena esuberanza estiva si cimenta in prove montanare con la cugina come acchiappare grilli, scovare animali viscidi e correre in campi arati. Per ora questo gli basta. Non sarà il massimo del glamour, tra parlate in molisano e panini con prosciutella, ma la famiglia sta riacquisendo il vigore giusto per affrontare l’autunno.

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