Pinne, maschera, braccioli, canottino, cuscinetti, pistola spara acqua.
Altro, amore?
Sì, la carrioletta.
Ma noooooo, in barca non si può, abbiamo già tante cose.


La gita in mare si prevede già di buon mattino ingolfata di richieste e attrezzature varie ed eventuali. Si parte presto. Per tanti motivi: per approfittare del mare piatto come una tavola, per non bruciarci come sardoncini sulle braci, per goderci spiagge ancora semi deserte e non prese d’assalto come spesso succede tra luglio e agosto e per avere al seguito un bimbo molto riposato (aspetto da non sottovalutare). Vale la pena di portare la borsa frigo traboccante di frutta che non mangeremo nemmeno in un’altra vita, la sacca del mare colma come un uovo e quella dell’attrezzatura del nuotatore provetto. Vale la pena il mal di mare (che io soffro) e quell’odore di barca sottocoperta che solo a pensarci mi viene il voltastomaco. Ma tant’è.

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E per godermi lo spettacolo di questo tratto di costa sono disposta a tutto. Perché una volta imbarcati da Santa Maria Navarrese e passati da Pedra Longa inizia un viaggio magico. Fatto di colori di questo specchio d’acqua che non avrete visto nemmeno in cartolina e spiagge da mille e una notte. Tra le varie calette come Cala Goloritze, Cala Mariolu, Cala Sisine, Cala Luna, la spiaggia dei Gabbiani, Cala Gonone, la mia preferita resta da anni Cala Mariolu: una doppia insenatura bianco avorio con al centro un grande masso che la divide in due parti; e il colore dell’acqua che resta unico, ma anche una sensazione paradisiaca che vi farà vivere una mattinata di estasi assoluta. Alle spalle la macchia mediterranea.

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Difficile da dimenticare un posto del genere. Difficile da dimenticare a fine giornata, invece, il bollore della testa per ore sotto il sole, il nome “mamma” pronunciato un milione di volte al minuto, le richieste di acqua-cibo-acqua-braccioli nell’ordine che più preferite, il rollio della barca ferma al largo, quella crema solare che non è servita proprio a niente. Se non l’avete capito non sono un’amant e della barca. Mi piace l’idea di andarci, di raggiungere posti impossibili, ma una volta a bordo mi sento un pesce fuor d’acqua.

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Ancorare? Ormeggiare? Parabordi? E poi vogliamo parlare dell’ansia da bimbo a bordo? Ecco, detto questo prendete armi e bagagli e fate un salto in questo golfo.

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