Quando dimostri che ci metti dieci minuti, come andare in macchina, loro storcono in naso. Matematico. Se la bici potesse polverizzarsi davanti ai loro occhi, farebbero i salti di gioia e voi sparire dal loro radar di conoscenze altrettanto. Ma è così. Parlare con mamme abituate ad avere sotto piedi acceleratore e frizione è come parlare con una mamma che compra solo surgelati: per lei le verdure nascono già in freezer. Così come per le mamme motorizzate: non esiste alternativa. Il bimbo si ammala, il bimbo non deve sudare, il bimbo ha quelle tremila attività settimanali ed è sempre di fretta, il bimbo…. chiede alla mamma pietà!!! In questi giorni siamo alle prese con la selezione della scuola materna: tasto dolente per la mamma, adrenalina ai mille per il treenne che non vede l’ora di fare il suo debutto in società. È proprio da questa scelta passa la seconda scelta: l’asilo più vicino ma anche quello che più raggiungibile in bicicletta. Si, perché se gli altri genitori calcolano il tempo in semafori, file, lavori stradali ecc… , noi lo calcoliamo in piste ciclabili, scorciatoie e traverse nascoste a prova di mamma o babbo su due ruote. La verità è che immaginarmi di andare a prendere mio figlio in macchina, caricarlo e scaricarlo come un pacco senza che possa vedere l’aria tra casa e asilo, mi mette una gran tristezza. Capisco i casi estremi, chi proprio non ha alternativa, ma in tanti in città ce l’hanno ma fanno finta di niente. Uscire di mattina e pedalare attiva il bimbo in maniera dolce e non arriva in classe in pieno stile “mi hanno buttato giù dal letto”. Così, nella giungla degli open day, del giro di mamme che già sanno vita, morte e miracoli di tutti gli asili, delle maestre scorbutiche, inizia la nostra avventura. Non so dove ci porterà e dove porterà il nostro treenne, ma di sicuro ci andremo in bicicletta.

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